MANNARINO - MOLFETTA 1 LUGLIO 2017
DI ANNACHIARA MESSINA - FOTO DI NICOLE DEPERGOLA
E’ la Puglia la prescelta da Alessandro Mannarino come prima tappa estiva dell’ Apriti Cielo tour 2017.
Sabato I luglio siamo a Molfetta (Ba), manca un’ ora all’ inizio del concerto,il cielo e il mare alla sinistra del palco sono rossi di tramonto e la Banchina San Domenico popolata da un variegato pubblico in attesa.
Qualcuno tenta di refrigerarsi con una birra.
Bambini in spalla ai genitori, esibiscono bandane con il nome dell’ artista e sgranocchiano patatine.
Un gruppetto di ragazzi non contiene l’entusiasmo e intona “Statte zitta” coinvolgendo tutta la gente presente.
Sui balconi delle abitazioni adiacenti all’area del concerto, alcuni anziani hanno allestito dei palchetti con le sedie pieghevoli e sono pronti a godersi comodamente lo spettacolo.
Sabato I luglio siamo a Molfetta (Ba), manca un’ ora all’ inizio del concerto,il cielo e il mare alla sinistra del palco sono rossi di tramonto e la Banchina San Domenico popolata da un variegato pubblico in attesa.
Qualcuno tenta di refrigerarsi con una birra.
Bambini in spalla ai genitori, esibiscono bandane con il nome dell’ artista e sgranocchiano patatine.
Un gruppetto di ragazzi non contiene l’entusiasmo e intona “Statte zitta” coinvolgendo tutta la gente presente.
Sui balconi delle abitazioni adiacenti all’area del concerto, alcuni anziani hanno allestito dei palchetti con le sedie pieghevoli e sono pronti a godersi comodamente lo spettacolo.
Quando finalmente il cielo è buio, si accendono le luci sul palco e Mannarino, preceduto dalla sua scenografica orchestra, fa la sua comparsa sorridendo sotto il cappello alla calorosa accoglienza.
E’ “Roma” il brano di apertura e il pubblico si accorda immediatamente in un coro su questa malinconica serenata alla capitale e al suo destino.
Seguono “L’ impero” “ Apriti Cielo” e quasi tutti gli altri pezzi dell’ ultimo lavoro del cantautore con l’ inclusione de “Gli Animali, tratta dal precedente album Al Monte ma uniforme, per tema e sonorità, al concept della prima parte del concerto in cui nemmeno per una strofa il pubblico lascia solo l’artista nel suo cantare di uguaglianza e libertà.
La festa esplode su “L’arca di Noè”: risuona una melodia afro-caraibica, Mannarino e le coriste imbracciano e sventolano bandiere senza identità. Qualsiasi confine è rotto . Si balla tutti sfrenatamente per celebrare l’ universalità della musica. Continuiamo a danzare su una versione dance di “Quando l’amore se ne va”.
Il concerto prosegue in maniera più intima per concedere un po’ di recupero a tutti. Alessandro Mannarino imbraccia la chitarra, si siede, e dialoga timidamente con il pubblico, raccontando il come e il perché di alcune delle sue prime e più celebri canzoni. Ci regala una versione acustica di “Fatte bacia” e “Statte zitta”.
E’ “Roma” il brano di apertura e il pubblico si accorda immediatamente in un coro su questa malinconica serenata alla capitale e al suo destino.
Seguono “L’ impero” “ Apriti Cielo” e quasi tutti gli altri pezzi dell’ ultimo lavoro del cantautore con l’ inclusione de “Gli Animali, tratta dal precedente album Al Monte ma uniforme, per tema e sonorità, al concept della prima parte del concerto in cui nemmeno per una strofa il pubblico lascia solo l’artista nel suo cantare di uguaglianza e libertà.
La festa esplode su “L’arca di Noè”: risuona una melodia afro-caraibica, Mannarino e le coriste imbracciano e sventolano bandiere senza identità. Qualsiasi confine è rotto . Si balla tutti sfrenatamente per celebrare l’ universalità della musica. Continuiamo a danzare su una versione dance di “Quando l’amore se ne va”.
Il concerto prosegue in maniera più intima per concedere un po’ di recupero a tutti. Alessandro Mannarino imbraccia la chitarra, si siede, e dialoga timidamente con il pubblico, raccontando il come e il perché di alcune delle sue prime e più celebri canzoni. Ci regala una versione acustica di “Fatte bacia” e “Statte zitta”.
Ritorna su un brano nuovo “L’ estate”, introducendolo con un monito a non farci spaventare dalla dilagante psicologia del terrore, esercitata da chi ha interesse a tenerci bloccati nel vivere.
L’immutato entusiasmo del pubblico cresce ulteriormente quando vengono suonati i pezzi più familiari tratti da Bar della Rabbia e Supersantos.
Da “Scendi giù” a “Tevere Grand Hotel”, passando per “Osso di seppia”, “Serenata lacrimosa” , cantiamo a squarciagola le storie degli sgangherati personaggi che ci hanno fatto conoscere e apprezzare la musica dell’ artista capitolino.
S’ improvvisano pizziche su “Scetatevajò” e si ondeggia abbracciati su “Me so mbriacato”.
Esce di scena Alessandro e ci lascia così per qualche minuto: a ridere e stringerci tutti rintronati e sudati.
Trascorsi pochi minuti torna sul palco per il bis finale con la geniale ironia di “Bar della rabbia” a cui fa seguito “Marylou”, un’ omaggio alla libertà delle donne a cui riconosce la responsabilità di poter essere le uniche in questo momento a sanare il mondo dalle sue ferite.
Tutto non poteva che concludersi con “Vivere la vita": dopo averci narrato di esistenze che spesso trovano consolazione dai propri dispiaceri inzuppandosi nel vino, è bene ricordarci che la migliore ubriacatura viene dalle emozioni che la vita stessa ci regala.
…Ed ebbri della magia di questa serata, ci salutiamo.
L’immutato entusiasmo del pubblico cresce ulteriormente quando vengono suonati i pezzi più familiari tratti da Bar della Rabbia e Supersantos.
Da “Scendi giù” a “Tevere Grand Hotel”, passando per “Osso di seppia”, “Serenata lacrimosa” , cantiamo a squarciagola le storie degli sgangherati personaggi che ci hanno fatto conoscere e apprezzare la musica dell’ artista capitolino.
S’ improvvisano pizziche su “Scetatevajò” e si ondeggia abbracciati su “Me so mbriacato”.
Esce di scena Alessandro e ci lascia così per qualche minuto: a ridere e stringerci tutti rintronati e sudati.
Trascorsi pochi minuti torna sul palco per il bis finale con la geniale ironia di “Bar della rabbia” a cui fa seguito “Marylou”, un’ omaggio alla libertà delle donne a cui riconosce la responsabilità di poter essere le uniche in questo momento a sanare il mondo dalle sue ferite.
Tutto non poteva che concludersi con “Vivere la vita": dopo averci narrato di esistenze che spesso trovano consolazione dai propri dispiaceri inzuppandosi nel vino, è bene ricordarci che la migliore ubriacatura viene dalle emozioni che la vita stessa ci regala.
…Ed ebbri della magia di questa serata, ci salutiamo.