ALMANACCO ROCK

Buon Compleanno David

La domanda è di quelle che probabilmente non avranno mai una risposta, ma che devono essere poste.

Chi è stato il vero David Bowie? Lo Ziggy vestito di lustrini, eccessi e provocazioni dei primi anni settanta o l’alieno catapultato sulla terra in un film che è stato precursore di tante tematiche dell’universo rock?

Il cantante sensibile e delicato che non ha problemi a duettare con Bing Crosby o l’appassionato intellettuale che ipotizzava nuove frontiere musicali negli anni ottanta trasferendosi nella “scura” Berlino?

Il vampiro innamorato di Catherine Deneuve o il tycoon che canta Volare in “ Absolute beginners”?

Il redentore di carriere infrante come quelle di Iggy Pop e Lou Reed o l’autore disperato di Heroes?

Il Duca Bianco è stato probabilmente l’insieme di tutto questo mondo complesso e meraviglioso, artista unico, geniale, versatile, capace di scatenare con la sua prorompente personalità reazioni violente e contraddittorie nel pubblico e nella critica, immensa ed indimenticabile icona.

David Bowie nasce a Londra l’8 gennaio del 1947: il vero nome è David Robert Jones, che diventerà David Bowie a metà degli anni settanta per evitare omonimie con il Davy Jones musicista dei Monkees.

Già da adolescente si appassiona alla musica, iniziando un viaggio straordinario che lo porterà nell’Olimpo del Rock.

I primi anni tra la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta sono frenetici, nel tentativo di trovare uno sbocco positivo alla sua urgenza di musica: forma così diversi gruppi (tra cui i Manish Boy, i Lower Third, etc). Nonostante un talento ancora acerbo, il suo fascino inizia ad attirare un pubblico di ammiratori, fondamenta di una carriera che di lì a poco diverrà strepitosa.

Tutto è in continuo movimento dentro ed intorno a Bowie: l’arte nelle sue diverse sfaccettature (musica, danza, cinema, letteratura, arti visive) si contamina; suggestioni continue che si stratificano nella sua mente e che lo ispireranno di continuo: dall’arte geniale di Andy Warhol, alla lettura de “ Il Ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde, dai film di Kubrik, alle performances teatrali di Kemp, David esce ed entra di continuo da queste esperienze assorbendo il meglio, mescolando intuizioni ed elaborando sempre di più il suo personaggio.

Il primo grande risultato della nuova era è il capolavoro Space Oddity, seguito da lì a poco (siamo nell’estate del 1970) da un altro grandissimo lavoro “ The man who sold the world”. Sono gli anni newyorchesi di Bowie, anni in  cui nella “Grande Mela” le idee musicali sono fervide, sperimentazioni continue in un’atmosfera artistica e musicale senza eguali.

Nasce in questo periodo uno dei suoi album considerati più belli “ Hunky dory”: canzoni al vetriolo, brani leggendari. Dalla indimenticabile ballata spaziale di “ Life on Mars” si passa al rock acido di “ Changes”, alla irriverente e sfacciata “ Oh! You pretty things”.

Un disco memorabile, fatto di intuizioni ardite e genio allo stato puro, è la naturale anticipazione dell’epopea successiva e dell’invenzione del grande personaggio: Ziggy Stardust.

Proprio questo personaggio della fantasia compare sulla copertina dell’album “ The rise and fall of Ziggy Stardust & the Spiders From Mars”, suscitando un clamore incredibile.

La trovata è pazzesca, un messia spaziale su un mondo condannato e alla deriva a cui offrire la speranza e la salvezza attraverso il rock ‘n’ roll.

Un concept album rimasto nella storia della musica, canzoni di altissimo valore artistico e formale.

Canzoni rimaste nella memora di tutti ( Starman, Ziggy Stardust, Rock ‘n’ roll suicide). Arriva così la consacrazione musicale di Bowie, il mondo del Rock lo elegge a simbolo innovativo, trasgressivo, ma nello stesso unico.

Si susseguono  popolarità , creatività e successi (album come “ Alladine Sane e “ Pin Ups” all’inizio degli anni settanta ne sono un esempio), ma anche collaborazioni e amicizie con artisti del calibro di John Lennon.

Arriviamo così a metà degli anni settanta e nonostante un periodo personale difficile contrassegnato anche da abuso di alcol e droghe, Bowie non perderà la sua proverbiale creatività e il lavoro che ne viene fuori è testimoniato dalla famosa trilogia formata da “Low” , “ Heroes” e “ Lodger” (lavori a cui collaborerà Brian Eno). Con queste opere si conferma profeta del rock, arrivando così nel nuovo decennio, gli anni ottanta , da protagonista non solo nel campo musicale, ma anche in quello teatrale e cinematografico. Anni questi di cambiamenti interiori ed esteriori: il suo look si fa più serio, abiti eleganti, pettinature più curate, il contrario del glam esagerato e sfrontato degli anni precedenti. I successi musicali non mancano, album del calibro di “ Scary Monsters”, “ Tonight” e “ Never let me down” ne sono la testimonianza.

Gli anni novanta sono gli anni delle sperimentazioni, ma nello stesso tempo del ritorno al passato: così come spesso accade nel suo eclettismo artistico , riesce a passare dall’elettronica, al jazz “e all’hip hop. Gli album più significativi di questo periodo sono “Black Tie White Noise ”, “1. Outside ”  “Earthling”

Considerato una leggenda vivente e ispirazione per i moti artisti che tenteranno di seguire le sue leggendarie orme, il mondo della musica, ma dell’arte e dello spettacolo lo eleggerà già in vita a vero emblema. Gli anni 2000 sono anni di collaborazioni (leggendaria ad esempio quella con Gilmour nel 2006), ma anche di giusti e meritati riconoscimenti ad una carriera straordinaria (il Grammy Awards, l’ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame,etc), il tutto sempre e comunque segnato dalla sua musica e da album di indiscusso valore come nel caso di “ The Next Day” e “ Blackstar”.

Una carriera come poche, un esempio di artista unico: nel caso di Bowie è fin troppo facile scivolare nella solita retorica, poche parole, una vita, la sua arte, la sua musica parlano per lui.

Buon compleanno Duca!!!

Testo di Giuseppe Frascella