ALMANACCO ROCK

Buon Compleanno Elton

Di fronte ad un personaggio come Elton John non si può restare indifferenti. Lo si può amare alla follia o odiare visceralmente: difficile però non farsi coinvolgere in qualche modo dal ciclone delle sue canzoni, dai suoi atteggiamenti e dal suo essere naturalmente al centro dell’attenzione.

Fantasioso, trasformista, geniale, eccessivo. Kitsch e sublime a modo suo. Sempre originale. Elton John ha contribuito a cambiare molte regole nel gioco della canzonetta pop.

E’ entrato come un ciclone dopo l’era Beatles: del leggendario quartetto di Liverpool ha ereditato un certo gusto tutto melodico, ma poi ha diversificato e ampliato il suo ruolo. Da timido autore e cantante di belle canzoni si è trasformato in sfacciato performer, in un meraviglioso esibizionista del rock. I suoi spettacoli con il tempo si sono montati come la panna. E in alto, come una ciliegina, c’è sempre lui con i suoi travestimenti: i mille cappelli, i mille occhiali, le suole altissime, gli abiti luccicanti.

Bruttino, basso, tendente alla calvizie, Elton riesce a trasformare questi difetti in armi vincenti. Leggenda vivente del panorama rock, la sua statura artistica è cresciuta canzone dopo canzone, successo dopo successo. A cercare bene tra le sue stravaganze e lo smisurato egocentrismo, si trova sempre un fondo di grande coerenza, un elemento di qualità e naturale simpatia. Sono sue alcune delle canzoni più belle del rock moderno: nel “paradiso della musica” va inserito vicino a Lennon, McCartney, Dylan.

Nato a Pinner, Middlesex, il 25 marzo del 1947, all’età di quattro anni inizia a prendere lezioni di pianoforte. A sedici anni lascia la scuola per qualche tempo e fa il fattorino presso le edizioni musicali Mills Music; la sera suona nei piano bar. Già in quest’epoca il talento è evidente, lo stile pianistico maturo e spettacolare, manca solo un po’ di forza espressiva che non tarda a venire. Nel 1963 entra nel gruppo Bluesology: durante la sua permanenza (cinque anni in tutto) realizza anche un paio di singoli, ma è soprattutto l’esperienza dal vivo che gli permette di gettare le basi della sua futura carriera. A fine anni sessanta Elton che fino ad allora si era fatto chiamare col suo nome di battessimo ( Reginald Kenneth Dwight) cambia il nome appunto in Elton John e conosce il giovane paroliere Bernie Taupin: i due iniziano a collaborare, ma con scarsi risultati. Nel 1969 però la nuova etichetta DJM punta su di loro e nel giro di breve tempo vengono pubblicati il singolo “Lady Samantha” e l’album “Empty Sky”, un ottimo inizio pur passando perlopiù inosservati. Nel 1970, il secondo album intitolato semplicemente “Elton John” entra nella classifica inglese. Un album fantastico, poetico, riflessivo, intimista. La canzone che meglio di tutte lo sintetizza è la bellissima “ Your song”, pubblicata anche su singolo nel 1971. Anni questi in cui si completa anche il suo cambiamento sul palco: quello che era apparso ai più come un brutto anatroccolo incapace di piacere al pubblico, si rivela invece uno straordinario uomo di spettacolo.

Gli anni settanta di Elton sono di straordinario successo, dove viene notato anche oltre oceano.

Gli album vengono pubblicati ad un ritmo altissimo “Friends” del 1971, “ 17 11 70” e “ Madman across the water” sempre dello stesso anno, “Honky chateau” (1972), “ Don’t shot me, I’m only the piano player” (1973). Molte sono le canzoni di successo: “ Rocket man” “ Crocodile rock”, “Daniel”. Sempre nel 1973 viene pubblicato il doppio “ Goodbye yellow brick road” con canzoni come “ Bernie and the Jets”, “ Funeral for a friend” e l’ indimenticabile “ Candle in the wind” (omaggio nato per Marylin Monroe, ma reinterpretata nel 1997 per la morte di Diana).

Questo lavoro raggiunge il primo posto in UK e negli Usa. Nel 1974 esce invece “ Caribou”. In questo periodo Elton diventa sempre più uomo spettacolo e meno cantante e musicista.

I suoi comportamenti eccentrici non passano inosservati, così le molte voci sulla sua omosessualità. Nel 1975 viene pubblicato “ Captain Fantastic and the brown dirty cowboy”, un successo clamoroso. Nel 1977, con quattordici album alle spalle, Elton decide che è arrivato il momento di cambiare. Termina innanzitutto il sodalizio con Taupin, mentre riduce drasticamente il numero di concerti. Il primo lavoro senza Taupin è “ A single man”. Segue nel 1979 “ Victim of love” orientato decisamente verso la disco music. Negli anni ottanta risente del mutamento in atto nei gusti del pubblico. Le sue stravaganze non sono più la chiave del successo e anche la vena compositiva si assottiglia. Gli album “ Jump up” (1982) e “ Too low for zero” (1983) vengono registrati nei Caraibi, mentre nella canzone “ I guess that’s why they call it the blues” compare Stevie Wonder come ospite a sorpresa. Diviso tra vita privata (sempre al centro dell’attenzione) e quella artistica, la produzione discografica è comunque sempre sostenuta. Nel 1985 viene pubblicato l’album “Ice on fire”, nel 1986 è la volta di “ Leather jackets”, mentre del 1987 arriva “ Live in Australia”.

Gli anni novanta di Elton all’inizio sono complicati: rimane spesso in balia delle varie dipendenze e ossessioni che lo opprimono, ma la vena resta comunque immutata. Lavori come “ The One”del 1992 (con singoli clamorosi come “ The Last Song” dedicata a Ryan White), o “ Made in England” del 1995 resteranno per anni nella memoria di molti amanti del rock.

 

Gli anni 2000 confermano un Elton sempre e comunque in grande spolvero: artisticamente ispirato inaugura un ritorno alle atmosfere pianistiche e melodiche in stile anni settanta, complici la raffinata produzione di Patick Leonard e i testi di Bernie. L’album “ Songs from the West Coast” del 2001 è considerato uno dei lavori migliori mai realizzati dalla star inglese con brani del calibro di “The Emperor’s New Clothes”, “ American Triangle”, “ Birds”, “ Ballad of the Boy in the Red Shoes” e “ Mansfiled. Anni questi di collaborazioni anche con artisti emergenti del panorama musicale mondiale (Eminem, Lady Gaga per citarne alcuni) e di grandi concerti. Il 25 marzo 2007 batte ogni record di esibizioni al Madison Square Garden con 60 concerti; Elton da buon sperimentatore si cimenta anche in stili tendenzialmente distanti dal suo  (l’Hip Hop) come nel caso del brano “2 man Show”, scritto con Timberland e contenuto nell’album di quest’ultimo “Shock Value” .

Tra gli album più significativi del nuovo millenio ricordiamo “The Union” del 2010, “ The Diving Board” del 2013 e “ Wonderful crazy night” del 2016.

Buon compleanno Elton, icona e magnifico interprete di una musica senza tempo.

Testo di Giuseppe Frascella