ALMANACCO ROCK

BUON COMPLEANNO JOHN

“La vita è ciò che ti succede mentre fai altri progetti”…. Potremmo sintetizzare così il pensiero e la leggendaria vita e carriera di John Lennon, di cui oggi si ricorda il compleanno.

Personaggio  straordinario, fuori dal comune, artista unico e inimitabile: definirlo solo come compositore, musicista, cantante (solista)  del più importante gruppo Rock della storia, ovvero i Beatles, ai più potrebbe apparire riduttivo. Se da un punto di vista squisitamente musicale è giusto celebrare Lennon come l’uomo dei record (è il cantautore di maggior successo nella storia delle classifiche inglesi ad esempio) o colui che in partnership con McCartney ha scritto alcune tra le canzoni più famose della storia del Rock, è altrettanto corretto parlare del genio, che ha rappresentato per varie generazioni, anche da un punto vista del pensiero, dell’attivismo, dell’impegno politico , del modo tutto personale di intendere vita ed arte un assoluto punto di riferimento.

John Lennon è stato uomo del suo tempo, delle lotte sociali e politiche di quegli anni, a cavallo tra la fine degli anni sessanta e il decennio successivo, dell’impegno convinto e partecipativo, ma allo stesso tempo incarnazione dello spirito libero di nicciana memoria, che pensa diversamente anche in base alle opinioni dominanti.

Lasciare i Beatles all’apice del successo nel 1970 (i prodromi sono evidenti già dal 1966 quando la band smette di suonare dal vivo), rappresenta con evidenza la personalità di Lennon, insoddisfatto all’epoca delle vicende della Band di Liverpool e pronto ad imbarcarsi in diversi progetti solisti, accompagnato in quegli anni da quella che diverrà la sua musa (nonché compagna di vita) Yoko Ono.

La sua vita artistica è piena di cambiamenti, progetti, sperimentazioni; i lavori soprattutto da solista sono l’esatta fotografia del pensiero di Lennon: vicende familiari, sentimentali, ricordi più o meno lieti dell’infanzia , riecheggiano evidenti, esempio è il brano “ Mother” tratto dal primo album da solista John Lennon/Plastic Ono Band del 1970, dove l’evocazione dei genitori fa tornare alla memoria un’infanzia complicata, le vicende personali sono ancora ben evidenti nel successivo album, Imagine del 1971, (all’interno ci sono tracce memorabili come quella che dà il titolo all’Album appunto, ma anche Jealous Guy, How do you sleep, etc)

L’unione anche artistica con la Ono e la decisione di lasciare la noiosa Inghilterra per approdare nell’attivissima New York, dove la coppia troverà residenza nel quartiere intellettuale di Greenwich Village, darà a Lennon l’ispirazione per farsi portavoce di controversie generazionali ed universali, piuttosto che intime e personali; ecco che nelle opere successive, come ad esempio Sometime In New York City del 1972, negli anni in cui entra in contatto con gli attivisti radicali Rubin ed Hoffman, argomenti di lotta politica , uniti alla lotta femminista di Yoko e alla campagna per liberare l’attivista nera Angela Davis, trovano naturale posto non solo in questo lavoro, ma anche nei successivi ( Mind Games, Walls and Bridges, fino all’ultimo album prima della prematura scomparsa, Double Fantasy), dove tematiche pacifiste, di lotta contro il potere e a favore di una vera giustizia sociale rappresentano i punti cardini dell’attività artistica ed esistenziale di Lennon in quegli anni, in cui è appassionato alla politica dei suoi tempi (fonte d’ispirazione per il suo pensiero sono le idee del filosofo e sociologo marxista Herbert Marcuse): c’è da dire, come lo sforzo di comprimere in sintesi e quindi in canzoni riflessioni così complesse appare davvero notevole.

Forse è retorico dirlo, ma se quell’8 dicembre del  1980 il destino non fosse stato crudele (è il giorno del suo assassinio avvenuto per mani del mitomane Mark Chapman), sono certo che la figura carismatica, fuori dagli schemi, ma piena di genio , innovativa di John Lennon ci avrebbe aiutato anche e soprattutto con la sua arte in queste giornate scandite da drammatiche vicende di guerra e  magari avremmo cantato insieme a lui: “ All we are saying is give a peace a chance”.

Testo di Giuseppe Frascella