ALMANACCO ROCK

Buon Compleanno Peter

Partiamo dal 1975 quando Peter decide di lasciare i Genesis: il gruppo costruito come mezzo per esprimere le capacità dei singoli membri, era diventato per il talentuoso frontman il fine ultimo che lo aveva legato al successo, ma in cui lui stesso non riusciva più a riconoscersi.

La decisione di Gabriel, visto fino ad allora come leader della formazione, crea una ridda di voci e speculazioni, voci fugate dalla caparbietà degli altri Genesis, che ottengono inopinatamente, continuando da soli, addirittura maggiori consensi.

Gabriel si ritira invece dalle scene per un paio d’anni, periodo in cui apparentemente non produce musica, ma dove annuncia di voler proseguire da solo. Breve parentesi, in realtà l’uomo stava ritrovando il suo equilibrio, stava rielaborando nuove strategie, l’enorme talento sarebbe riesploso da lì a poco, più fragoroso che mai. Breve flashback, che ci riporta comunque ad una considerazione senza timore di essere smentiti, ovvero che quella di Peter Gabriel è stata una carriera indiscutibilmente straordinaria, di un musicista unico, raro, tanto coi Genesis, quanto nella carriera da solista.

Con un giorno d’anticipo festeggiamo le 73 candeline di un vero mito del rock.

Successi planetari, canzoni memorabili e soprattutto quella voglia di rimettersi in discussione quando a partire dal 1977 anche da solista mette in mostra tutte le sue doti: nell’album “ Solbury Hill” dimostra d’imporsi, le ispirazioni sono ormai diverse da quelle dei Genesis, massima libertà d’espressione. Anche nei concerti l’atmosfera barocca tipica del gruppo lascia spazio ad ambienti più austeri: la pantomima degli anni precedenti abbandonata, per un rapporto più vero coi fans, le barriere tipiche del performer abbattute.

Siamo a fine anni settanta e attraverso altri due album entrambi denominati “Peter Gabriel” il musicista inglese mostra tracce di uno stile robusto e definito, mentre la preoccupazione di creare strutture ritmiche complesse da affiancare a testi visionari svanisce.

Negli anni ottanta il suo successo da solista si corrobora e cosi nel quarto Lp del 1982 “Peter Gabriel IV” , la sua ricerca di strutture ritmiche inusuali si esprime appieno. Album dai grandi contenuti, che contiene tracce dall’indiscusso valore come “ Shock the monkey” ad esempio: qui Peter si consacra ad una vasta platea mondiale. E’ il periodo giusto per tornare un artista di ” moda”, i successi non mancano, dal doppio album dal vivo “Plays Live” all’album in studio “So” del 1986, universalmente riconosciuto come il suo lavoro migliore.

A “So” arride anche un vero successo commerciale, soprattutto grazie alla spinta ricevuta dal singolo “ Sledgehammer “ e allo straordinario videoclip che lo accompagna. Da  questo punto in poi Gabriel si trasforma in un preciso punto di riferimento per moltissimi musicisti. La fine degli anni ottanta vede il poliedrico musicista impegnato sul fronte sociale, con l’organizzazione di una vasta tournée a beneficio di Amnesty International: in “ Human rights Now!” che resta il suo progetto più ambizioso, è ormai acclamato come uno dei più importanti musicisti della storia del rock. Anni questi in cui anche il suo legame col cinema diventa più solido: scrive ed esegue la colonna sonora del film di Scorsese “ L’ultima tentazione di Cristo” e la pubblica  sotto forma di doppio album con il titolo “Passion”.

Nel 1992 pubblica “Us”, dove affronta tematiche interpersonali: in questo lavoro si ricordano successi come “Come talk to me” cantata da Sinead O’Connor. Gli anni duemila sono quelli della leggendaria consacrazione, di collaborazioni straordinarie (Zucchero, Brian Eno, Lou Reed, Paul Simon), di riconoscimenti da più fronti e di interessanti lavori come “ Big Blue Ball” (2008) e “And I’ll Scratch Yours” (2013).

Di pochi giorni fa è invece “Panopticom”, primo singolo del nuovo album “I/O” che verrà presentato in anteprima nel corso del Tour 2023.

Buon compleanno Peter, esempio vivente di cambiamento, versatilità e sperimentazione rock.

Testo di Giuseppe Frascella