David Gilmour concerto Circo Massimo Roma – 27 settembre 2024
Finalmente dopo mesi di attesa (i biglietti li avevo comprati a maggio scorso) è arrivato il momento di assistere al primo dei sei concerti al Circo Massimo a Roma, dell’ex Pink Floyd David Gilmour, per promuovere il suo nuovo lavoro discografico, “Luck and Strange” uscito il 6 settembre 2024. Il tour promozionale prevede, come detto, sei date a Roma al Circo Massimo, sei date a Londra alla Royal Albert Hall, cinque date a Los Angeles una all’Intuit Dome e quattro all’Hollywood Bowl e cinque date a New York al Madison Square Garden, come lo ha definito lo stesso Gilmour, in alcune interviste, “un tour da vecchietto”, poche date e pochi spostamenti, senza tanti sbattimenti, ormai David ha più di 78 anni ed è condivisibile questa scelta. I biglietti delle date Romane sono andati Sold out in meno di due ore, il sottoscritto è stato uno dei pochi fortunati che è riuscito ad acquistare i biglietti ad un prezzo “umano”, nei mesi successivi alcuni biglietti hanno toccato cifre anche superiori ai € 1000, a testimoniare l’interesse per questo straordinario artista, che ha scelto l’Italia e la città eterna Roma, come punto di partenza del suo nuovo Tour.
In realtà la così detta “Data Zero”, era stata già fatta da Gilmour & band, il 20 e 21 settembre a Brighton, due prove pubbliche per un numero limitato di ingressi, circa 1500 a prova, in cui sono state presentate le canzoni scelte per il tour e la nuova band.
Per questo tour David, ha rivoluzionato la line up, lasciando alcuni punti fissi come l’ormai onni presente Guy Pratt al basso e voce, con lui dal 1987 e il tastierista Greg Phillinganes, subentrato al compianto Richard Wright nel 2015, il resto della band è nuova, alla seconda chitarra c’è “the new boy” Ben Worsley , alla batteria c’è “fuking drummer” Adam Betts, alle tastiere di supporto Rob Gentry. Le quattro coriste sono Charley e Hattie Webb, Louise Marshall e l’esordiente Romany Gilmour, figlia più piccola di David, puro talento di casa Gilmour.
Il palco è imponente, il vecchio fondale circolare, usato sin dai tempi dei Pink Floyd, è stato sostituito da una serie di Led, che lo ricordano, l’impianto luci e laser è di altissimo livello, durante il concerto si attiveranno per caratterizzare i vari brani.
Il concerto inizia in orario, alle 21:00, l’emozione dei presenti è palpabile, allo spegnersi delle luci, nell’arena cala un religioso silenzio, David si presenta al pubblico come solo lui sa fare, una tastiera di sottofondo e il tocco della sua chitarra, in questo caso la sua nuova Black Cat (chiamata così per via dello stiker di un gatto nero attaccato sopra), così inizia il brano srumentale “5 A.M.” ed è subito magia, il tocco sulle corde, unico è inconfondibile, proietta gli spettatori in un altra dimensione. Subito dopo attacca un secondo brano strumentale “Black Cat”, brano di apertura del suo nuovo lavoro discografico, che introduce la bellisima “Luck and Strange”, dedicata al suo amico e collega dei Pink Floyd Richard Wright, e il palco prende vita con tutta la band a supportarlo. Le emozioni sono palpabili, anche David sembra emozionato, non è tutto perfetto, ma l’emozione, il piacere e il privilegio di poterlo riscoltare dal vivo sono superiori a qualche piccola sbavatura, David Gilmour è un artista che non si discute mai. A seguire, ci ritroviamo nel 1973, nelle atmosfere di “The dark side of the moon”, in sequenza ascoltiamo “Speak to me”, “Breathe” e subito dopo la sublime “Time”, il palco si illumina di colori, le luci iniziano a fare la differenza, mentre sullo sfondo vengono proiettate le immagini degli orologi che scorrono (il famoso filmato del 1974), la band supporta David, Worsley che si occupa della slide guitar, mentre Greg, duetta con David e Adam Betts suona la batteria riproducendo i riff originali del brano. David, ovviamente, sfodera il meglio del suo repertorio nel solo di “Time”, dove si esalta. Il set si chiude con “Breathe (Reprise), in un mare di luce blu che chiude questo omaggio ad uno dei dischi più importanti della storia del Rock.
Dopo un cambio di chitarra, David passa all’acustica, inizia “Fat old Sun”, sullo schermo compare un sole rosso e, il nostro David, dopo aver cantato il brano, cambia repentinamente chitarra, passando ad una Fender Esquier, con cui esegue un bellissimo solo che conclude la performance. A questo punto David propone un brano strumentale, vincitore di un Grammy Award, “Marooned”, per l’occasione sembra imbracciare una Red Strat, e mette il suo piede su un Wammy, un effetto che gli permette di alzare o abbassare la tonalità della nota suonata. Il brano disegna quelle armonie musicali che David e Richard (Wright), creavano durante le lunghe sessioni di Jam. Il brano è preceduto da suoni provenienti dal mare (gabbiani, onde), il monologo della sua chitarra viene affiancato dalla tastiera, ma ben presto tutta la band si accoda, i brividi e le emozioni percorrono gli spettatori, appagati da tanta armonia musicale.
Rapido cambio di chitarre, David e Worsley passano alle acustiche, e parte l’intro di “Wish you were here”, il pubblica la canta tutta all’unisono con David, praticamente un enorme coro.
A questo punto David, dopo aver salutato il pubblico, presenta la sua band e fa il suo ingresso sul palco la figlia Romany che, con l’arpa introduce lo strumentale “Vita Brevis” accompagnata dal padre, David, allo slides guitar. Il brano fa da intro a “Betwen two points”, singolo dell’ultimo disco, una cover cantata in maniera sicura da Romany (prima volta, per lei, davanti ad un pubblico così numeroso), che si conclude con un solo che sembra quasi simboleggiare un passaggio artistico tra i due. Il brano è perfetto, sia nell’esecuzione che nella tensione artistica, generando forti emozioni nel pubblico, in questo caso la cover ha superato l’originale.
Cala il buglio sull’arena e si sente una campana in levare, è l’intro di “High Hopes”, brano molto sentito da David che lo ripropone in quasi tutti i suoi live, sullo sfondo viene proiettato il filmato originale del video del 1994, Greg suona il piano, David la chitarra classica per poi passare allo slide guitar, mentre la band lo supporta, sulle note di David, vengono lanciati sul pubblico una decina di palloni con il logo dei Pink Floyd che rimbalzano spinti dalle mani dei presenti. Finsce la prima parte del concerto, per circa 15 minuti di pausa.
La ripresa è subito con il botto, si sentono le tastiere che introducono una chitarra super distorta e carica di Fuzz, e inizia “Sorrow”, le luici esplodono con colonne rosse sul palco e si accendono i laser con effetti che si irradiano nel cielo, nel finale del brano cantato all’unisono David e Worsley, la perfomace e il gioco di luci, rievocano i tempi del tour dell’album live “Delicate sound of tunder” della fine degli anni ’80. Subito dopo tocca al secondo singolo del nuovo album, “The Piper’s call”, cantato all’unisono con la figlia Romany, le sonorità sono più vibranti e rilassate, il gioco di luci accompagna il brano senza essere invadenti, concludendosi con bellissimo solo di David.
Torna, nella sua scaletta, un brano degli anni ’90, “A Great day for freedom”, ancora una volta il pubblico è piacevolmente sorpreso di riscoltare un brano che non veniva suonato live da circa 20 anni, si conclude con uno scambio di soli tra i due chitarristi. Si passa a “In any tongue” brano del 2015, il fischio iniziale, viene affidato a Romany, mentre le parti vocali più alte sono lasciate al chitarrista Ben Worsley, che ben si comporta, sullo sfondo viene proiettato il video, ancora purtroppo, attuale, che simboleggia l’inutilità della guerra.
A questo punto il palco si trasforma, entra al centro della scena un pianoforte a coda, a cui si side la corista Louise Marshall, compaiono delle candele, l’atmosfera diventa intima, le corsite si avvicinano al piano, mentre David si mette alla Slide guitar. Louise introduce, al piano, l’intro di “The great gig in the sky”, ancora un tributo all’amico scomparso Richard Wright, il brano, parte dalla versione del 1973, ma viene rivisitato, le coriste cantano spesso all’unisono e Romany guida il quartetto, che creano armonizzazione da brividi, regalando al pubblico una performace intima e coinvolgente. Si continua con “A boat lies waiting” del 2015, un altro tributo all’amico Richard. La tensione del concerto sembra toccare tutti anche David, mentre inizia “Coming back to Life”, brano del 1994 ampiamente riprodotto nei suoi vari live, stranamente David sbaglia, saltando il solo iniziale, iniziando direttamente dal cantato, accortosi dell’errore, sotto gli occhi increduli di Greg, stoppa la band, e chiede scusa al pubblico dicendo “nessuno è perfetto”. Il brano riparte e si conclude in maniera perfetta, seguendo il suo arrangiamento. Siamo ormail alla fine dello Show, parte il terzo singolo del nuovo album “Dark and velvet nights”, la band orami gira alla grande, divertendosi sul palco, David sfoggia la sua nuova chitarra vintage, una Gibson 335, cantando e lanciandosi nel solo finale. Successivamente David riprende in mano la sua Black Cat, per introdurre l’ultimo brano della scaletta “Scattered”, il brano è molto intenso e intimo, sullo sfondo, si vede, un orologio che scandisce il passare inesorabile del tempo, canta il brano ad occhi chiusi, accompagnato dalle tastiere e dagli arrangiamenti orchestrali, per poi lancirsi in solo finale come solo lui sa fare.
Il concerto è finito, ma manca ancora il Bis, a questo punto il pubblico rompe gli indugi, e si precipita sotto il palco, quasi a voler abbracciare Davidi. Dopo pochi minuti parte “Confortably numb”, il “Circo Massimo” esplode, partono laser verdi, sopra il pubblico, enfatizzati dal fumo, si vedono migliaglia di cellulari accesi per registrare David che canta e suona il brano più famoso e iconico del suo repertorio, sempre presente in tutti i suoi live degli ultimi 30 anni. La prima parte del brano segue l’arrangiamente classico con Worsley che canta le strofe, e David che canta i ritornelli, e il pubblico che doppia tutti con un coro da stadio. Ma si arriva alla parte finale David si lancia in solo di quasi 4 minuti, in cui il sound della band, le luci e i laser, enfatizzano il tutto, il pubblico è a bocca aperta ed è fortemente coinvolto dal momento. Alla fine del brano vi è una ovazione dei presenti, che lo applaudono per diversi minuti, quasi a volerlo trattenere sul palco, David sembra imbarazzato, e si stringe nell’abbraccio con la figlia e con i suoi musicisti, ringraziando il pubblico.
Non è facile definire un concerto come questo, David Gilmour è un artista di livello assoluto, ha scritto musiche che sono state la collonna sonora della vita di milioni di persone, ha venduto milioni di dischi e nonostate sia una persona schiva, molto riservata e con un andamento discografico incostante (tre album solisti in 20 anni di cui il penultimo risale a 9 anni fa), la sua musica è arrivata fino al 2024, con un nuovo bellissimo lavoro discografico “Luck and Strange”. Il concerto è stato bellissimo, intenso ed emozionante, nonostante i suoi 78 anni, ha dato prova che il talento non ha età. Personalmente ho dovuto riflettere molto per scrivere un articolo su un gigante della musica come lui e, nello scriverlo, mi sono emozionato, ripercorrendo il film mentale del concerto a cui ho assistito, sono sicuro che continuerò ad emozionarmi quando ascolterò la sua musica. Grazie David per la grande musica che ci hai dato in questi anni, attendiamo altre novità da te nel futuro.
Testo di Simone Mongelli
Foto di Simone Palomba
Set 1:
5 A.M.
Black Cat
Luck and Strange
Speak to Me (registrata) – di Pink Floyd
Breathe (In the Air) – Cover di Pink Floyd
Time – Cover di Pink Floyd
Breathe (Reprise) – Cover di Pink Floyd
Fat Old Sun – Cover di Pink Floyd
Marooned – Cover di Pink Floyd
Wish You Were Here – Cover di Pink Floyd
Vita Brevis
Between Two Points – Cover di The Montgolfier Brothers (con Romany Gilmour)
High Hopes – Cover di Pink Floyd
Set 2:
Sorrow – Cover di Pink Floyd
The Piper’s Call
A Great Day for Freedom – Cover di Pink Floyd
In Any Tongue
The Great Gig in the Sky – Cover di Pink Floyd
A Boat Lies Waiting
Coming Back to Life – Cover di Pink Floyd
Dark and Velvet Nights
Scattered
BIS #1
Comfortably Numb – Cover di Pink Floyd