I Marlene Kuntz sono sempre “Catartici”

Un’esplosione di rock allo stato puro, quel giusto mix che loro stessi esprimono con una schiettezza disarmante, fatto di rabbia e amore. Questo è stato lo spettacolo che i Marlene Kuntz hanno regalato ad un pubblico ammirato ancora dalla loro grinta, forza e voglia di regalare musica, dove fans di tutte le età hanno risposto con calore ed entusiasmo, gremendo il Demodé di Modugno (Ba). Il concerto celebra i 30 anni di «Catartica», disco d’esordio della band piemontese, uscito il 13 maggio 1994 e diventato pietra miliare della discografia italiana, sonorità ricercata, indimenticabili virtuosismi di chitarra, testi mai banali e di assoluto spessore.

Il palco a tratti s’incendia, una rimpatriata che Godano e soci hanno voluto come testimonianza di quella musica vera, essenziale, senza fronzoli, dalla grande forza dirompente, un ritorno alle origini, alfieri di quel rock alternativo italiano dal forte accento ed ispirazione cantautorale. Anche il palco è essenziale, luci basilari, pochi effetti, la musica quella vera che emoziona, esalta e raggiunge vette poetiche come nella bellissima “Ineluttabile”, canzone senza tempo e che emozione il pubblico.

Prima dei Marlene Kuntz è salito sul palco un artista promettente come Alessandro Ragazzo, talentuoso giovane, che col suo stile alternative pop farà sicuramente parlare di sé. Tornado ai Marlene, sul palco quell’intatta potenza musicale, fatta di poesia, ma allo stesso tempo sarcasmo ed ironia è piena, trascinante, esaltante, dove tutto trova libero sfogo e senso nelle storiche raccolte del capolavoro artistico di Catartica appunto.Testi che ruotano attorno alla delusione e alla futilità degli incontri sociali e alla superficialità delle interazioni umane, ma anche speranza e possibilità di riscatto. Lo show è tutto un susseguirsi di grandi successi, adrenalina ai massimi livelli, si passa così da canzoni che hanno segnato un’epoca, come Gioia, Sonica, Nuotando nell’aria, Lieve, Festa Mesta e tante altre, che hanno fatto saltare, coinvolto e cantare l’intera platea per 90 minuti: memorie di canzoni, successi che riscaldano i veri cuori rock.

Illusione e disillusione, testi profondi, canzoni che in generale incoraggiano a cercare connessioni più genuine e significative, tutto condito da un rock e da un gusto musicale che esalta testi e significati. Marlene Kuntz uno spettacolo “Catartico”.

Foto di Riccardo Greco

Articolo di Giuseppe Frascella